Fra meno di un mese anche i giovani della diocesi di Alghero- Bosa partiranno alla volta di Madrid per vivere, con il Santo Padre, Benedetto XVI, la XVII Giornata Mondiale della Gioventù. La capitale spagnola, con i suoi 3.300.000 abitanti, la terza città più popolosa dell’Unione Europea, è la città della “movida”, delle tentazioni, della vita notturna, dei locali aperti fino alle prime ore del mattino ma i giovani, dai 14 anni in su, che hanno aderito all’iniziativa non saranno lì per quello; nell’incontro tenuto a Bosa, lunedì 18 luglio, Don Stefano Pinna ha ricordato a tutti i giovani della diocesi “non andiamo a Madrid come turisti, andiamo come pellegrini; non andiamo lì con il muso lungo, andiamo lì a vivere la nostra fede, oltre certi confini” e ancora “andiamo lì come un popolo festoso e potremmo essere per la Spagna un segno“, già, un segno soprattutto per quei giovani spagnoli, un po’ lontani dalla fede che non vedono forse di buon occhio questa invasione pacifica di pellegrini da tutto il mondo. Spetterà a noi giovani far cambiare loro idea, gettare un seme nuovo, con la speranza che loro, i madrileni, siano in grado di coglierlo.
Tra i giovani presenti all’incontro del 18 luglio c’erano le solite facce, quelle di chi almeno una GMG l’ha vissuta e che a distanza di tre o cinque anni, se non di più, è pronto per una nuova esperienza, le facce di chi è nuovo del settore e non sa neppure cosa sia una GMG, le facce di chi finalmente riesce a partecipare, ha messo i soldi da parte o ha collaborato con la parrocchia e il parroco grazie al famoso autofinanziamento: a Bosa ad accogliere i giovani e fare con loro il punto della situazione non c’erano solo Don Stefano Pinna e Suor Ines Perra, referenti diocesani per la Pastorale giovanile, ma anche un ospite speciale, sua eccellenza il Vescovo Mauro Maria Morfino. Padre Mauro aveva già incontrato i giovani a Bosa, il 10 aprile, in occasione della giornata diocesana dei giovani, una sola settimana dopo la sua nomina e stavolta come allora ha saputo parlare dritto al cuore dei suoi uditori e ha stretto la mano, ad uno ad uno, a tutti i presenti e consegnato loro la sacca del pellegrino. “Permettetemi di dirlo” ha esordito Padre Mauro “non credo molto a questi viaggi di massa se non siete radicati nella fede e nella Chiesa” e, prendendo spunto dal vangelo di Gv 15,12-17, ha fatto riflettere i giovani: “andiate e portiate frutto“, quello che i giovani si accostano a fare non può essere solo per loro, va condiviso, va donato, deve diventare motivo di vita per gli altri; il brano di vangelo parla del comandamento (termine da interpretare nella sua accezione positiva: non un ordine ma un dono che il Signore fa agli uomini) dell’amore e sottolinea Padre Mauro “Gesù non dice come io ho amato voi, amate me ma Gesù dice come io ho amato voi amatevi gli uni gli altri, amatevi vicendevolmente” e Gesù ha amato a tal punto da morire sulla croce per ciascuno di noi e noi, come possiamo amare e amarci seguendo il suo comandamento? Tre sono le caratteristiche fondamentali per poter vivere nell’amore: – smettere di calcolare, la vita inizia a fluire quando smettiamo di calcolare, è possibile sognare nella realtà e solo così si può andare avanti perché altrimenti sarebbe come se volessimo contare ogni passo quando camminiamo e alla fine, inevitabilmente perderemmo il conto, non capiremmo più qual è il nostro obiettivo, la nostra meta; in secondo luogo, è possibile vivere nell’amore se siamo in grado di prenderci carico dell’altro, avere con lui un’intimità familiare “Gesù va oltre i legami di sangue” ci ricorda Padre Mauro e, infine se capiamo che, come dice Giovanni, v. 16, “Io ho scelto voi” è il Signore che sceglie e chiama ciascuno di noi e scegliendoci vuol farci fare parte di una vita incredibile. Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede è lo slogan della GMG e, essere radicati in Cristo, significa essenzialmente vivere la Parola perché è da lì,ci piaccia o no, che dobbiamo partire. Per i giovani non è semplice fermarsi, leggere il vangelo, mettersi in ascolto della Parola o davanti a quella croce, a volte capita, altre volte sottovalutata che in realtà altro non è che il segno più “spalancato dell’amore” ma se siamo in grado di capirlo, se siamo in grado di riunificare la nostra vita e dare spazio in essa a Dio e agli altri, allora si che potremmo amarci vicendevolmente come Lui ci ha amato e solo così, noi provenienti dalla nostra piccola isola e diretti a Madrid potremmo dare un senso al nostro viaggio. Ed è questo l’augurio più grande che Padre Mauro ci fa. Un buon viaggio a me e a tutti i giovani pellegrini: ci vediamo a Madrid!
Chiara Pani
“Per il Padre non c’è cosa più sacra e preziosa e soprattutto che gli stia più a cuore dell’umano…”
“Per il Padre non c’è cosa più sacra e preziosa e soprattutto che gli stia più a cuore dell’umano…” Così Padre Mauro nostro Vescovo inizia un discorso rivolto a noi giovani della Diocesi Alghero-Bosa in partenza per la GMG che quest’anno si terrà a Madrid dal 16 al 21 Agosto. Le sue parole ci hanno fatto capire quanto veramente dovremmo essere radicati e fondati in Cristo e saldi nella fede, tema di questa GMG. Nella sua frase iniziale continua dicendo: “Dio tiene così tanto all’umano che non solo ha mandato il suo Figlio che è morto e risorto per noi compiendo così un gesto d’amore e fratellanza gratuito ma nella stessa Bibbia dalla prima pagina della Genesi sino all’ultima dell’Apocalisse, il Padre ci dice come dovrebbe essere l’umano“. Il mandato del vescovo è racchiuso in Giovanni 15,12-17 dove Gesù ci da il comandamento dell’amore; un comando che parla di Gesù e più che un comando è un dono, e trova in Gesù, il modello, la ragione e la misura “come io ho amato voi“, e parla della Chiesa, “donatevi amore vicendevolmente“. Un amore che esce fuori dalla comunità e si propaga in tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana. Proprio come il Figlio è mandato, viene Fuori-esce dal Padre, che provando nei confronti dell’umano un amore incondizionato ha voluto farci questo grande dono. Inoltre il “frutto” specificato nel versetto 16 ha un forte rapporto con Giovanni 12, 32 che nasce dalla morte del chicco di frumento, vale a dire Cristo immolato sulla croce è la riunione degli uomini, cioè la ricomposizione dell’unità, quindi il Cristo che è salvezza; inoltre c’è anche l’iniziativa del Cristo che ci ha scelti e costituiti per andare a portare frutto e qui Padre Mauro si sofferma facendoci capire che ciò che facciamo va condiviso e donato e Don Stefano ci ricorda che andando a Madrid dobbiamo portare ai giovani Madrileni un segno tangibile che faccia riflettere sul significato dell’essere Radicati in Cristo e nella Chiesa. Questo brano del vangelo di Giovanni presenta la ripetizione del verbo rimanere, tanto è vero che tutta la vita discepolare è riassunta nell’imperativo “rimanete in me“. Ma cosa vuol dire rimanere in Cristo e di conseguenza fare la volontà del Padre ? Delle volte ci sembra così complicato capire come fare la volontà del Padre ed essere nel Signore. In sostanza bisogna vivere la parola del Cristo ed essere in comunione con Dio e con gli altri solo così possiamo essere radicati e fondati in Cristo e saldi nella fede; è come una casa che se costruita senza solide basi crolla al minimo colpo di vento ma se invece costruita con robuste fondamenta resiste a tutti gli eventi naturali.
Questa è la mia prima GMG e ogni giorno ringrazio il Signore per avermi permesso di partecipare a questo evento mondiale e lo prego affinché la sua Parola possa radicarsi dentro di me e io possa essere strumento del suo amore ma prego anche per tutti quei giovani che non hanno solide fondamenta, affinché il Signore illumini il loro cammino poiché Lui è Via, Verità e Vita. Un saluto caloroso a tutti e buona partenza!
Franco Arcamone