Pubblichiamo il testo dell’intervento della presidente diocesana Giovanna Casu all’assemblea tenutasi a Bosa domenica 5 ottobre.
Paolo, chiamato per volere di Dio ad essere apostolo di Gesù Cristo, ed il fratello Sostene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a voi che siete stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi, con tutti coloro che invocano in ogni luogo il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro… (1 Cor 1,2)
Paolo scrive agli abitanti di Corinto,una città della Grecia dove il Vangelo era passato dall’Asia Minore soprattutto per opera dello stesso Paolo e dei suoi collaboratori Sila e Timoteo e in seguito anche Apollo che poi raggiunge Paolo ad Efeso, dove lo troviamo quando appunto Paolo invia lo scritto. Le due lettere lasciano intravedere una comunità vivace, ricca di doni dello Spirito, ma anche minacciata da tensioni, da divisioni e rivalità: ci sono ricchi e poveri, sapienti e ignoranti, tradizionalisti e innovatori, pacifisti e rivoluzionari. Quante analogie con le nostre comunità… Paolo ricorda l’essenziale: la Chiesa è una Comunione articolata, come un corpo vivente e si realizza in un comune cammino in avanti, in uno slancio missionario che ci spinge a mete lontane senza perdere di vista chi va più lentamente.
“E’ meglio andare avanti insieme a passo spedito piuttosto che in pochi a passo lento”(Card. Martini).
Chiamati
Eravamo tanti a Piazza San Pietro il 4 maggio scorso: il Papa ha chiesto che l’Azione Cattolica continui “a mantenersi fedele alle proprie profonde radici di fede, nutrite da un’adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo”.
Benedetto XVI a Cagliari ha ribadito con forza che” anche noi, popolo sardo, siamo chiamati, grazie alla fede in Cristo e mediante la spirituale maternità di Maria e della Chiesa, ad inserirci nella spirituale “genealogia” del Vangelo”.
Il nostro Vescovo mons. Lanzetti negli Orientamenti Pastorali per il 2008-2009 ci ricorda che “tutti siamo chiamati a rispondere alle sfide e alle opportunità del tempo presente con una rinnovata adesione al Vangelo nella nostra vita personale e comunitaria, con uno stile e scelte pastorali il più possibile coerenti ed adeguate…”
Vogliamo rispondere generosamente a questa chiamata: il luogo in cui siamo e il tempo in cui viviamo richiedono una testimonianza radicale: come laici di A.C. siamo disponibili a riconciliare la dimensione storica, concreta e quotidiana, con la chiamata a vivere in comunione con Dio. La vita è luogo teologico dove Dio si manifesta. Non ci sentiamo arrivati ma sempre in cammino verso una meta futura, alimentando la coscienza e la pazienza di stare dentro una storia che è sempre e solo un “già e non ancora”.
Ad essere santi
Nella magnifica corona di volti che circondavano la piazza (fra questi anche la nostra pediatra Luisa Monti ha trovato posto) il Papa ci ha invitati a riscoprire un’ autentica santità laicale: “Non è forse possibile, ancora oggi, per voi ragazzi, giovani ed adulti fare della vostra vita una testimonianza di comunione con il Signore, che si trasformi in un autentico capolavoro di santità?”
Assumiamo con gioia e responsabilità questo compito: aspirare alla santità, ad essere uomini e giovani fino in cima, permettendo allo Spirito la nostra conformazione a Cristo dall’interno della nostra libertà. La santità è affidarsi a Dio Padre, alla sua passione per salvare l’uomo, riconoscere il progetto di bene che Dio ha sul mondo e su di me, centrata sulla ricerca continua dell’essenziale nel rapporto con il Signore, amico fedele che si fa sempre e dovunque trovare. Il progetto formativo sintetizza questa meta con l’espressione “nel mondo, ma non del mondo”: essere santi significa diventare esperti di umanità per scrivere pagine di Vangelo dentro la storia degli uomini. L’A.C. tende a una santità di popolo, non è elitaria; ama il nostro tempo, conosce e guarda con simpatia questa nostra terra, lavorando sui “quark” e sui segnali di bene che mai il buon Dio ci fa mancare. Siamo per un processo di appropriazione personale della fede ma valido per tutti, nel senso delle generazioni, della cultura, delle etnie. A volte abbiamo scelto di appartarci ma oggi più che mai scegliamo le piazze e i campanili per rendere partecipe l’uomo della strada del nostro stile di essere Chiesa. Abbiamo talvolta nascosto il tesoro della verità e della misericordia, ce lo siamo tenuti dentro le nostre sacrestie, anziché condividerlo con i fratelli; i santi invece ci insegnano a lavorare con vanga e pala per dissotterrare…, per portare alla luce la bellezza di essere uomini ,che si sentono creature amate da Dio.
Insieme
Siamo un’associazione, un filo ci tiene legati l’uno all’altro, il movimento di uno scuote anche l’altro, il disagio di qualcuno influisce sull’avanzare del fronte. Essere insieme è tutt’altro che un vincolo, anzi insieme ci accompagniamo nel cammino di fede, assumiamo le responsabilità, ci impegniamo in percorsi educativi, progettiamo, decidiamo, verifichiamo le esperienze e le proponiamo modificate dove e quando lo riteniamo opportuno. I sogni che facciamo da soli diventano realtà quando li condividiamo insieme e li realizziamo in compagnia. Insieme possiamo dare un grande contributo alla nostra Chiesa diocesana per renderla accogliente, casa comune, capace di educare alla vita, di pronunciare parole profetiche, di prediligere gli ultimi e gli svantaggiati, di dare speranza a chi si è smarrito, di dare risposte a chi invoca attenzione…
Ma anche alle nostre città crediamo di poter dire la nostra insieme, non perché militiamo nello stesso partito ma perché le sogniamo a misura di uomo, spazi di libertà e di giustizia, dove la dignità dell’uomo è promossa e non calpestata, dove si dialoga e si collabora per realizzare il bene di tutti e non il tornaconto di qualcuno. Come associazione vogliamo farci sentire e gettare semi di bene nei luoghi dove il Signore ci ha chiamati ad esistere, colorare di speranza e di gioia le strade dei nostri paesi, non con la protervia di chi crede di sapere tutto e di dover solo imporre agli altri le proprie idee ma con l’umiltà di chi conosce la fatica del cammino ma sa di avere una meta alta da raggiungere perché Lui lì ci precede e ci attende:a noi spetta solo metterci alla sua sequela.
Il cammino triennale
Tenendo presenti le tre consegne che Giovanni Paolo II ci ha affidato a Loreto nel settembre 2004 e che Benedetto XVI ci ha richiamato il 4 maggio scorso, l’Associazione nazionale propone il seguente piano triennale:
(Vedi gli orientamenti triennali 2008-2011)
I tre contenuti: santità, cura educativa e passione per il bene comune si intrecciano profondamente; sono i principali orizzonti che impegneranno l’Associazione nel triennio 2008-2011 e che coincidono perfettamente con le tre direzioni della testimonianza che il nostro Vescovo Mons. Lanzetti indica nel P.P.D. (5.3): la missionarietà, l’educazione, la spiritualità.
La compagnia della Parola
Sollecitata anche dal Sinodo dei Vescovi “La Parola di Dio nella vita della Chiesa“, l’Associazione accompagna già da diversi anni il cammino ordinario dei suoi aderenti con il Vangelo dell’anno. In particolare ogni anno sceglie un brano che orienta l’intera proposta formativa:
(Vedi gli orientamenti triennali 2008-2011)
Le forme della missione
Il documento finale della XIII Assemblea Nazionale indica tre obiettivi prioritari e due condizioni associative per realizzarli.
Obiettivi prioritari:
- L’impegno a far crescere e maturare la fede: vogliamo rivitalizzare i gruppi Adulti, accompagnare le persone lungo tutte le stagioni della vita verso la santità, attraverso percorsi formativi esigenti e diversificati per ogni età. Al centro di questa priorità abbiamo messo “l’ascolto della Parola di Dio”, “una vita liturgica e sacramentale piena”, “il Magistero”. Vogliamo impegnarci a valorizzare strumenti fondamentali quali lectio, esercizi, direzione spirituale, aiutarci a maturare una Regola spirituale che renda visibile nello stile di vita il rapporto tra il Vangelo e il tempo. Vanno riscoperte e valorizzate figure laicali di santità perché guardare alla santità vissuta aiuta a crescere.
- L’impegno a suscitare percorsi di ricerca e di riscoperta della fede: vogliamo orientare la proposta formativa alle domande di senso e ai bisogni concreti di ogni persona, con lo stile di chi ha occhi e orecchie aperti sulla realtà del mondo. Vogliamo aver cura della “persona”e dei luoghi, partire dalla realtà del nostro territorio, riconoscere e promuovere la famiglia come luogo di riscoperta della fede,a partire dai genitori dei ragazzi dell’A.C.R.
- L’impegno per la promozione del bene comune: intendiamo evangelizzare tutti gli ambiti di vita nei quali si costruisce quotidianamente il tessuto storico delle relazioni tra le persone all’interno di un territorio. In sintonia con il Progetto culturale della Chiesa italiana, ci impegniamo a tradurre la Dottrina Sociale della Chiesa a misura delle diverse fasce d’età, con particolare attenzione ai temi della vita, della salvaguardia del creato, del lavoro, della politica, del dialogo con le diversità.
Per realizzare questi tre obiettivi prioritari sono importanti due condizioni:
- La cura della formazione, da sempre elemento caratterizzante dell’A.C.. Vogliamo conoscere e approfondire il Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi” e le Linee guida per gli itinerari formativi “Sentieri di speranza“; vogliamo dar vita al Laboratorio Diocesano della formazione, curare la formazione degli educatori e dei responsabili, dei giovani e degli adulti.
- La cura del legame associativo. Vogliamo mettere in pratica tre verbi: ascoltare, incontrare, raccontare per valorizzare il “gruppo” e i nostri luoghi di discernimento comunitario, ovvero le assemblee, i convegni e i consigli parrocchiali. Faremo in modo di raccogliere simpatia,di essere associazioni accoglienti, gioiose dove incontrarsi è davvero “festa” e dono di Dio.
Le settimane
Le settimane rappresentano tappe specifiche in cui missione e formazione si arricchiscono reciprocamente. Per l’anno 2008-2009 si propone questa scansione temporale e tematica:
(Vedi il Quaderno delle settimane)
Le idee come vedete non mancano, tanto meno l’entusiasmo. L’importante è mettersi in viaggio: conosciamo la meta ma occorre percorrere la strada di Gerusalemme, quella che trova nel dono della vita il suo culmine. Tante cose abbiamo imparato, abbiamo realizzato iniziative più o meno grandi ma la domanda di Gesù si fa più pressante:
E VOI CHI DITE CHE IO SIA?
A me, a te, a ciascuno di noi la risposta.
Giovanna Casu