L’Assistente Nazionale del settore Giovani, don Giorgio Bezze, ci invita a riflettere sul vero valore del Natale.
Dobbiamo ammettere che non era facile trovare posto in un città stracolma di folla accorsa a Betlemme per farsi censire. Tutti che correvano da una parte all’altra e che probabilmente sfruttavano quell’occasione per trovarsi a far festa, per comprare qualcosa da portare a casa e per pensare ancora una volta solo a sé stessi.
Tutti gli alberghi, tutte le case che potevano ospitare erano pieni zeppi di persone venute da ogni angolo di Israele e quindi non restava altro che un rifugio di fortuna: una stalla, dove trovare un po’ di tepore, una mangiatoia e un po’ di paglia per appoggiare quel bimbo che doveva nascere a momenti.
È un ambiente povero, quello che accoglie Giuseppe e Maria ma è l’unico che le offre la garanzia perché possa partorire e dare alla luce il Salvatore del mondo.
È un ambiente povero, modesto, umile fatto di poche cose essenziali quello che si appresta ad accogliere il Verbo di Dio; non ci sono grandi luci, non ci sono alberi carichi di festoni e di luminarie, non ci sono tavole imbandite di ogni bendiddio, ma solo una piccola fiammella, un po’ di paglia, e qualche mite animale che scalda con il suo calore quel locale.
Dio ha scelto la povertà come condizione essenziale per venire al mondo, per farsi uomo per mantenere fede a quella promessa fatta da secoli. Fin dall’inizio c’è una grande verità per tutti noi che tra poche ore celebreremo il Natale: la povertà, l’umiltà e la semplicità sono le condizioni essenziali perché il Signore trovi ancora posto, possa nascere e si compia ancora quel mistero grande dell’incarnazione dove cielo e terra si uniscono, dove Dio si priva della sua gloria e gli uomini si arricchiscono della sua divinità.
Togliere tante cose superflue e spegnere un po’ di luminarie che accecano e non ci fanno cogliere il vero mistero del Natale, amare le cose piccole, essere umili e rivestirsi di gesti semplici e docili, preferire l’ultimo posto, accettare un po’ di disagio e di povertà e soprattutto cercare ciò che davvero è essenziale, sono i presupposti perché il Figlio di Dio venga ancora ad abitare in mezzo agli uomini e dentro di noi!
Ma nel correre di questi gironi, nell’opulenza alle volte sfacciata che viene ostentata, nell’arroganza di chi vuol sempre aver ragione, con tutta la violenza verso i più piccoli e i più poveri, il Signore troverà ancora posto?
Don Giorgio Bezze